I contributi di Claudia Koll e Alessandro Banfi

Vi proponiamo i due articoli che Claudia Koll, famosa attrice e regista, e Alessandro Banfi, vicedirettore del Tg5, ci hanno offerto dopo la loro partecipazione al 32° Pellegrinaggio.

 

Com'è cambiata la mia vita

di Claudia Koll

Lo scorso mese di maggio, durante l’udienza speciale concessa dal Santo Padre Benedetto XVI ai pellegrini delle diocesi marchigiane in occasione del IV Centenario della dipartita di un grande missionario gesuita cinese, Padre Matteo Ricci, le autorità locali mi diedero la loro disponibilità nell’aiutarmi per la realizzazione di un grande progetto televisivo, che vede come protagonista l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II, attraverso una sua opera poetica giovanile che ha per titolo: “Davanti alla bottega dell’Orefice”, che veniva ambientata nelle Marche, ma soprattutto a Fabriano. Da allora sono iniziate le riprese, di cui io ne curo personalmente la regia. 

Esse iniziano con la benedizione della fiaccola da parte del Santo Padre, che sarà portata a Macerata.

Rivedendo le immagini girate quella notte presso lo stadio, ripenso all’esperienza meravigliosa vissuta durante il pellegrinaggio a piedi che si snoda da Macerata a Loreto. Una vera esperienza di fede, che ci arricchisce nell’amore verso Maria, ecco perché ho desiderato deporre nelle sue mani questo lavoro cinematografico.

Come è bello ricordare le innumerevoli persone presenti presso lo stadio che cantavano: “Camminerò, camminerò nella tua strada, per stare con Te, per sempre” e ci si proponeva: “Sveglia le nostre anime addormentate e facci provare il dolore per aver peccato”.

La solenne concelebrazione eucaristica - che ha poi aperto il 32° pellegrinaggio da Macerata alla Santa Casa di Loreto - fu presieduta da Sua Eminenza Rev.ma Carlo Caffarra, Pastore della Chiesa di Bologna. 

Nella Sua omelia ci diceva: “La persona ha bisogno di amare e di sentirsi amata” e continuava: “E’ lo sguardo d’amore di Gesù che ha schiodato Pietro dal suo pentimento  - e citando S. Ambrogio diceva - Guardami come hai guardato Pietro, come hai guardato la peccatrice. L’atto del perdono cambia l’io perché sentendosi amato è invitato ad amare. La peccatrice perdonata può dire come San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Un decentramento del proprio io al Tu di Cristo. Tutto è edificato in relazione al Tu di Cristo. Tutto ciò che accade, l’asse dell’esistenza è il rapporto con Cristo, vivente nella Chiesa”.

Come le ho sentite mie queste parole. Come le scelte della mia vita sono cambiate. Mi sono sentita trasformata, levigata dallo Spirito Santo. Le mie urgenze oggi sono altre, perché c’è in me una corrente, una forza che mi trascina altrove.

Il pellegrinaggio è una metafora di quanto vissuto dalla peccatrice perdonata. “San Paolo ci aiuta a cogliere il legame con Cristo”. Ricordava ancora il Cardinale: “Non però che io abbia già conquistato il premio o sia arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo”. (Fil 3, 12)

L’incontro con Cristo dunque, mette in movimento l’io come questo pellegrinaggio. Il Cardinale incoraggiandoci ancora affermava: “Forse tenti di camminare e ti dolgono i piedi, ma il Verbo di Dio è venuto a guarire gli storpi. Tu dici ho i piedi sani ma non riesco più a vedere la via, Gesù è venuto a guarire i ciechi”.

Cristo è Tutto, è la Via, ma il percorso è misterioso, si cammina al buio. E’ rivoluzionario.  

Qualche settimana prima trovandomi a Fabriano per alcuni sopralluoghi, per scegliere i posti dove girare il film, incontrai Sua Eccellenza Mons. Giancarlo Vecerrica, che non solo mi parlò del Pellegrinaggio con gioia ed entusiasmo, ma mi donò alcuni testi in merito. Senza pensarci troppo, per il mio profondo amore che nutro verso Maria e la sua Santa Casa, decisi di inserire il pellegrinaggio nel film sapendo che ciò sarebbe stato gradito anche a Giovanni Paolo II, il Papa del “Totus Tuus”, il Papa innamorato della Beata Vergine Maria.

“Davanti alla bottega dell’Orefice” è un’opera poetica fondata sull’Amore. Qui vengono raccontate tre storie d’amore. Quale luogo migliore della Santa Casa di Loreto dove ambientare la dichiarazione d’amore di una giovane coppia, che ha paura di affrontare il futuro, a causa della dolorosa esperienza dei rispettivi genitori, che in qualche modo, hanno vissuto anche loro di riflesso? Il pellegrinaggio li aiuta a vincere le resistenze interiori e decidono di sposarsi.

Al pellegrinaggio hanno partecipato non solo gli attori impegnati nelle scene da girare, ma anche coloro che interpretano altri ruoli, pregando e affidando al Signore la loro vita, il loro talento, questo progetto.

Nella testimonianza che ho fatto durante il pellegrinaggio, ho raccontato che all’inizio della mia conversione, ho iniziato ad assaporare la Bellezza di Dio attraverso i suoi doni, e a desiderare di trasmetterla agli altri attraverso l’Arte. Per questo motivo lessi la “Lettera agli Artisti” di Giovanni Paolo II, che mi incoraggiò a sognare e a credere in un’Arte diversa che recasse: pace, gioia e speranza agli uomini. Difatti scrissi un progetto che si chiamava l’Annuncio, ispirandomi all’Annunciazione, dove mi prefiggevo un’Arte che rendesse gloria a Dio, attraverso la Sua Parola. Nella Sua Lettera Giovanni Paolo II parlava dello Spirito Santo, l’Artista dell’Universo, quale migliore ispiratore per noi artisti?

Sono passati diversi anni, momenti anche difficili in cui credevo che tutto fosse solo un sogno, ma qualcosa vedo che inizia a realizzarsi. Proprio adesso, lo comprendo meglio.

La “Star Rose Academy”,  l’Accademia di spettacolo che dirigo a Roma, è fondata proprio sulla “Lettera agli Artisti”. I ragazzi che studiano canto, recitazione, danza e musica vengono da diverse parti d’Italia. Con loro ho fatto un percorso meraviglioso, per questo ho deciso di dirigerli nel film “Davanti alla bottega dell’Orefice”.

Non poteva mancare all’interno del film la Santa Casa, luogo per eccellenza dell’Incontro dello Spirito Santo con Maria, che accoglie l’Annuncio dell’Amore di Dio.

Il Signore in questi anni sta guarendo il mio cuore, mi insegna ad essere fedele e ad amare con il Suo Amore. 

Per questo desidero raccontare l’amore umano con le sue contraddizioni e difficoltà, perché desidero che si comprenda che senza l’Amore di Dio, non si ama fino in fondo e per sempre. E’ Lui il Maestro. E’ Lui la Via per amare. Il senso della nostra vita. Oggi come la peccatrice perdonata vivo per Cristo.

Nei momenti difficili imparo a non scoraggiarmi, ma ad attingere forza da Lui stesso attraverso la preghiera e i Sacramenti della Sua Chiesa vivente.  

 

Il segreto della vita

di Alessandro Banfi

Passo dopo passo. Verrebbe da dire che il segreto del pellegrinaggio Macerata-Loreto è lo stesso della vita. Si cammina mettendo un piede davanti all’altro, senza pensare quanto manca, lasciando che il ritmo diventi regolare, vada d’accordo col respiro. Questo splendido pellegrinaggio mariano è un’occasione per pensare, per cantare, soprattutto per pregare. Cioè per chiedere qualcosa. Ognuno dei tantissimi convenuti arriva con un peso sullo stomaco, piccolo o grande che sia, una richiesta, una domanda, un’intenzione. Com’è già bello radunarsi per questo! Sapere che si mendica qualcosa insieme accresce la razionalità e la potenza del gesto. E poi non c’è bisogno delle nostre parole. Come scrisse l’allora cardinal Ratzinger nell’introduzione al libretto di 30 Giorni Chi prega si salva:  “Il Signore ci ha insegnato il Padre nostro come modello dell’autentica preghiera e ci ha donato una Madre, la Chiesa, che ci aiuta a pregare. (...) Nel pregare con la Madre Chiesa noi stessi impariamo a pregare”. Camminando da Macerata a Loreto si recita, come si deve, il Rosario. Maria sale in cima ai nostri pensieri e li chiarisce, lungo il cammino. Pesanti come macigni alla partenza, all’arrivo all’alba diventano leggeri, quasi si dissolvono nella luce visibile del nuovo giorno. Svaniscono del tutto nella luce invisibile della Sua Presenza. Pellegrinare recitando le Ave Maria, cantando, ascoltando le testimonianze e le intenzioni di preghiera può davvero farti sentire protagonista della storia. Il nostro amato don Luigi Giussani disse a Roma, davanti al Papa: “Il vero protagonista della storia è il mendicante. Cioè il cuore dell’uomo che mendica Cristo e Cristo che mendica il cuore dell’uomo”. Mettere un passo dopo l’altro verso la Santa Casa fa sentire che tutta la potenzialità dell’uomo si realizza in questa avventurosa mendicanza.