Macerata-Loreto, la marcia perfetta

Saranno almeno in 60 mila lungo i 30 chilometri. Per la trentesima volta l’evento si ripete. Alle 20,30 il cardinale Bagnasco allo stadio Helvia Recina aprirà il pellegrinaggio

Macerata - Trenta volte la stessa strada, per trenta chilometri ogni volta, moltiplicato per centinaia di migliaia di suole. Il risultato fa una cifra impressionante, con tanti di quegli zeri che l'occhio umano ne perde il conto. Ci sono compleanni fondati su numeri tondi, che trasformano in occasioni speciali quegli eventi che già sono tali per la loro storia. E' quanto accade al pellegrinaggio Macerata-Loreto di quest'anno, che stanotte celebra appunto la sua edizione numero trenta, tanti quanti sono i chilometri che separano i due centri, due città che dalla profonda devozione mariana - seppure espressa in maniera diversa - sono accomunate.

I multipli di 3 ricorrono stasera. Innanzitutto nel numero dei partecipanti: sono annunciati infatti sessantamila pellegrini. Cifra che, come al solito, in partenza va intesa per difetto, perché per strada poi si uniscono in tanti, talmente tanti da far crescere di alcune migliaia di unità il fiume di uomini e donne che alla fine, quando l'alba della domenica sorge, arrivano sulla piazza di Loreto, davanti alla basilica che custodisce la Santa Casa. Poi, se trenta lo si moltiplica per quattro, il risultato fa centoventi: è il numero dei pullman annunciati, che porteranno allo stadio Helvia Recina - dove, come sempre accade, tutto comincerà al calar del sole - pellegrini in scarpe da tennis, dall'Italia ma anche dall'estero, pronti a una notte in cammino che non sentono come una fatica, ma come momento da vivere in preghiera, per chi crede (e ovviamente rappresenta la stragrande maggioranza) o in serena riflessione. Non è da sottovalutare questo passaggio, relativo a uno degli aspetti più singolari e interessanti della storia del pellegrinaggio: qui nessuno è settario, le porte sono aperte anche a chi non ha fede, che viene accolto nel segno della condivisione di un'esperienza umana profonda. E' una peculiarità, l'apertura al diverso, che il pellegrinaggio mantiene dalla sua fondazione, nel 1978, perché appartiene al dna di chi lo inventò, come conclusione non banale di un anno scolastico (e parteciparono trecento studenti, ancora il numero trenta che, moltiplicato, si affaccia sul balcone della storia). Chi conosce monsignor Giancarlo Vecerrica - per aver avuto la fortuna di potersi confrontare con lui su ogni tema quando era "don Giancarlo" e insegnava al liceo classico di Macerata, oppure ora che è vescovo di Fabriano e Matelica - sa benissimo l'intelligenza, l'apertura, la disponibilità di quest'uomo, che non si è mai tirato indietro davanti ai confronti e alle sfide, da qualsiasi parte provenissero. Quando don Giancarlo propose ai suoi allievi l'idea del pellegrinaggio, ad accettare non furono soltanto i credenti. E la prima pietra fu messa insieme, da laici e cattolici.

Alle otto e mezza di stasera, sul grande altare innalzato allo stadio Helvia Recina di Macerata, sarà il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, a celebrare il rito eucaristico, primo momento di un pellegrinaggio che per il tema di quest'anno si ispira a una frase di don Luigi Giussani, fondatore del movimento Comunione e Librazione: "Il vero protagonista della storia è il mendicante". Ci sarà anche Juliàn Carròn, capo di Cl dopo la scomparsa di Giussani, e, tra gli ospiti, tornerà il giornalista Magdi Allam, nel frattempo diventato Magdi Cristiano Allam dopo il battesimo ricevuto dal Papa la notte di Pasqua. Ieri, intanto, sono arrivati agli organizzatori e al vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, i messaggi augurali di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Papa, per mano del segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, «auspica - si legge nel messaggio - che quanti prenderanno parte a una così significativa esperienza di preghiera, che ripropone in modo originale un gesto profondamente sentito dal popolo cristiano, possano fare gioiosa esperienza di Cristo». Il segretario generale del Presidente della Repubblica, Donato Marra, scrive che «il Presidente Napolitano esprime apprezzamento per la manifestazione, che ogni anno coinvolge migliaia di persone, in particolare giovani provenienti da diversi Paesi, accomunati dalla condivisione dei valori della pace, della giustizia, della solidarietà e della libertà religiosa».