Intervento di Mons. Luigi Giussani al XVI Pellegrinaggio

Ringrazio chi mi ha preceduto, in particolare il seminarista dei neocatecumenali, perché ho ascoltato le cose che avrei detto io. Questa è la Chiesa. Siamo una cosa sola. Chi mi ha preceduto ha ripetuto una frase di Gesù che ripeto da 40 anni ogni giorno: ”Chi mi segue avrà il centuplo quaggiù”. Questa è la frase emblematica di tutto quanto mi spinge ad interessarmi del Signore, ma anche a fare interessare del Signore chiunque incontri. Confesso che la figura della Madonna, la memoria della Madonna, rende facile il cammino verso il Signore in qualunque momento della vita.

Quando ero in seminario – ero ancora piccolo – mi colpiva che questa giovane donna ebrea in un villaggio sperduto del grande impero romano osasse dire: “Tutte le genti mi chiameranno beata”. “Ma come faceva a 15 o 16 anni a dire con sicurezza questa cosa?” – mi dicevo. E proprio noi stiamo qui oggi ad avverare, ancora una volta, la sua profezia che è stata scritta 2000 anni fa. Questa profezia mi ha sempre incoraggiato lungo il cammino degli anni di seminario e soprattutto dopo. La sovrabbondanza della misericordia che Dio ha verso l’uomo sceglie un punto, un punto piccolo che umanamente sembrerebbe nulla: lo rende testimone di una cosa così grande come il disegno della sua misericordia.

Che gratitudine senza confine doveva albergare nel cuore della Madonna tutte le volte che avrà ripensato all’inizio della sua storia!

Ed è una gratitudine  senza confine quella che ci fa pensare ogni giorno all’inizio della nostra storia: quell’incontro per cui il Signore è cominciato a diventare per noi una realtà percepibile, affettivamente persuasiva e sorgente di volontà creativa, di impegno – perché la fede in Lui non solo non ci fa trasgredire nulla dell’umano, ma ci fa impegnare in tutto con serietà. Una serietà che costa, tante volte, ed è unita ad una specie di dolore. Con serietà e pudore noi abbracciamo le cose che sono in cielo, nel mare, sulla terra, le cose che i genitori vedono nei figli e i figli nei genitori, oppure quelle che l’uomo vede nella donna. Con serietà e pudore tutte queste cose sono valorizzate fino all’entusiasmo. La vita e la morte, come abbiamo letto tante volte ne l’Annuncio a Maria di Claudel, quando Pietro di Craon pronuncia quella frase, altrimenti impensabile umanamente: “Vivo alle soglie della morte e una gioia inesplicabile è in me”. Ecco, siamo tutti ben consapevoli delle cose, ma ci collochiamo in una posizione opposta a quella di tutto ciò che ci circonda, al mondo nel senso in cui questa parola era usata da cristo negli ultimi capitoli del vangelo di san Giovanni. Il mondo esalta le cose, ma secondo una dilatazione utopica, secondo un comando di sogno, secondo una pretesa, secondo una presunzione che fa di fatto dimenticare tutta la concretezza e i limiti che le cose hanno. Così la condizione umana e l’immaginazione mondana portano alla fine una delusione grande, tragica.

La Madonna è stata così graziata da far nascere un uomo nuovo nel mondo. 

Cristo è l’origine di un uomo nuovo nel mondo che, ce lo ricordava il santo padre pochi giorni fa in Spagna, attraverso il battesimo viene comunicato alla carne, alle ossa nostre. Un protagonismo nuovo entra nel mondo che attraverso il Battesimo nasce, che raggiunge proprio attraverso ciò che è nato nel seno della Madonna. Nasce così gratitudine per ciò che Dio ha fatto per lei, ma anche per ciò che lei vi ha messo di suo: la fede. Io racconto sempre quando l’angelo ha parlato a lei – che sa come sarà avvenuto – e lei ha capito che era Dio che parlava e ha detto: “Ecco l’ancella del Signore, accada di me secondo la tua parola”. 

Punto. “E l’angelo partì da lei”. Punto. E io mi fermo tra questi due punti a contemplare la frase: “E l’angelo parti da lei”. Pensate in quale solitudine si è trovata quella ragazza nelle condizioni nuove in cui il Signore l’aveva posta, con tutti gli altri ignari e con niente a cui appoggiarsi, a cui appoggiare una evidenza comunemente umana. “E l’angelo partì da lei”. La fede è proprio quella forza piena di affezione con cui l’anima aderisce al segno di cui Dio si è servito e sta a questo segno con fedeltà; nonostante tutto aderisce. Si trovasse da solo in mezzo a tutto un mare di opposizione e di gente distratta, di mentalità diversa. “E l’angelo partì da lei”. Anche nella mia vita, nella nostra, ci siamo trovati – ci troveremo – come se non potessimo appoggiarci a niente: come se le mani non trovassero appiglio e il cuore dovesse rimanere fedele. La Madonna ci dia questo luminoso coraggio che ha come frutto una vita umanamente piena di gioia, come Sua santità ha ripetuto a Madrid pochi giorni fa: “Vivete con gioia la vostra fede”. E la gioia nasce solo dalla coscienza di appartenere ad un popolo, ad una comunione, a un disegno che abbraccia tutto, cielo e terra, fossi anche solo come Cristo è stato solo a morire.

E Cristo morì veramente da solo.