45° Pellegrinaggio Macerata-Loreto

Donna, perché piangi, chi cerchi?

L'omelia del Cardinal Angelo De Donatis al 45° Pellegrinaggio

Donna, perché piangi, chi cerchi?

La domanda di Gesù alla Maddalena risuona in questo momento di grande grazia, in questo avvio del 45mo pellegrinaggio da Macerata a Loreto. In realtà tutti noi siamo già in cammino. Veniamo da tante storie e posti diversi, abbiamo fatiche del corpo e del cuore, abbiamo sogni e desideri, speranze e attese. Per ciascuno di noi, da tempo, questa domanda vibra nelle corde più sottili della nostra esistenza. Chi cerchi?

Iniziamo questo cammino nella vigilia del Corpus Domini, il giorno in cui riscopriamo insieme la bellezza e la forza del Corpo e del Sangue del Signore, vita della nostra vita. Tra oggi e domani in tanti luoghi ci saranno processioni eucaristiche, infiorate, momenti brevi o prolungati di adorazione. L’Eucaristia è il Pane del cammino ed è bello iniziare questo pellegrinaggio così, come quando, i discepoli di Emmaus, una volta riconosciuto il Signore allo spezzare del pane si rimettono in marcia per tornare a casa, tra i loro amici, perché non c’è Eucaristia vera che non ricomponga l’unità.

Chi cerchi? La domanda non è: cosa cerchi o che cercate?... La domanda è “Chi cerchi?” ed è per te, immerso in questa bellissima e variegata folla di persone, accomunate dal desiderio di rispondere. È per te, che vivi un tempo difficile, una preoccupazione in famiglia, una delusione al lavoro. È per te, che sei impegnato nella tua comunità ma che ti senti chiamato ad un salto di qualità, per ritrovare le radici spirituali dell’essere prima che del fare. È per te che sei sposato, che sei genitore, chiamato a riscoprire l’essenza e la freschezza dell’amore. È per te sacerdote, per noi vescovi, per te consacrata, consacrato, invitati a ridare limpidezza alla nostra vocazione. È per te che vivi nella malattia e nella sofferenza. È per te che sei nel lutto, con il vuoto dell’assenza di una persona amata.

Chi cerchi?

La liturgia della Parola di oggi ci propone tre passaggi: Primo: Quando si cerca, siamo invitati a ricordare; Secondo: se ci cerca insieme ad altri è più semplice trovare; Terzo: chi cerca veramente, trova sempre qualcosa più grande di ciò che si aspetta.

Primo passaggio: è esperienza di tutti il perdere qualcosa. Può succedere, anche ogni giorno, di non trovare il telefono, le chiavi o qualcos’altro. Nella ricerca allora ci aiuta esercitare la memoria, ricordare i passi e i luoghi dove siamo stati, per poi giungere finalmente lì, magari sotto il naso, dove avevamo lasciato l’oggetto perduto.

Ora, noi non cerchiamo qualcosa, ma Qualcuno. Tanto più, in questa ricerca, siamo chiamati a ricordare, a non dimenticare, facendo emergere nella memoria del cuore tutti quei momenti in cui abbiamo già sperimentato la pienezza, la pace, l’amore.
Quel Qualcuno che cerchiamo è Colui che ci ha trovati da sempre, perché si è messo sulle nostre tracce dall’eternità, come pastore in cerca delle pecore smarrite. Potremmo dire, parafrasando le parole di Gesù che “chi cerca, è trovato”. Questa notte, camminando verso Loreto, soprattutto nei momenti in cui potrete sperimentare la fatica o il sonno, fate memoria del cammino che avete fatto nella vita, ricordate tutti i momenti in cui vi siete ripresi dopo un periodo di prova e sappiate riconoscere quel Qualcuno che ha già fatto breccia nel cuore offrendovi quell’Amore che nessuno potrà mai darvi.

Il secondo passaggio è cercare insieme. Paolo, scrivendo ai Corinzi, dice: “Pur essendo molti siamo un corpo solo”. Sì, lo sperimentiamo anche ora e lo sperimenteremo nel pellegrinaggio. Siamo molti, ma siamo un corpo solo. Essere cristiani è essere con Cristo in una compagnia affidabile di amici, di fratelli, di sorelle chiamati a camminare insieme con gioia. Anche chi è accanto a te in questo momento, che tu lo conosca o no, è in ricerca come te e tu, stanotte, camminerai con lui. Forse avrà un passo più veloce, o più lento, ma insieme, compagni di viaggio, cercherete di avere lo stesso passo e sperimentare che la gioia è più forte della fatica. Il mondo ha bisogno di persone che spinte dalle domande più profonde del cuore, con un desiderio forte dell’amore, si mettano in marcia con gioia. Se saremo un popolo gaudioso potremo attirare chissà quanta gente e questo sarà già un frutto del nostro cercare.

Il terzo passaggio è credere che, se cerchi veramente, troverai qualcosa più grande di ciò che ti aspetti. Forse, da ragazzi, siamo stati appassionati di avventure alla ricerca di un tesoro nascosto, anche in isole sperdute. Decifrare una mappa o un indizio ci ha sempre incuriosito. Di solito quelle avventure si concludevano in due modi diversi: o non trovare nulla, dopo tanta fatica; oppure trovare molto di più di ciò che si attendeva. Anche la folla che era stata sfamata da Gesù lo cerca l’indomani dall’altra parte del lago per avere di nuovo il pane, ma Gesù vuole offrire loro di più: il Pane vivo, quello che dà la vita eterna.

Carissimi, non abbiate paura di cercare Dio perché Lui si rivela a chi lo cerca dando la vita in pienezza. Ciò che ti attende non è “qualcosa” ma “Qualcuno”. Se nel cuore hai tante domande, tante preoccupazioni che ti appesantiscono, sappi che Dio è più
grande del tuo cuore e conosce ogni cosa. Prova a lasciarti alleggerire da lui, passo dopo passo, per giungere a Loreto più piccolo, più umile, più ricco dell’Essenziale. E ritroverai in quella Casa colei che, ricolma delle attese e delle speranze della storia del mondo, dirà di nuovo “Sì” per fare entrare Dio nella tua storia.

In questa notte e da questa notte, siate voi fiaccole della pace, che illuminano con la speranza questo tempo di buio, pensando a tante, troppe persone, che soffrono il dramma della guerra e della violenza. Siate fiaccole capaci di “strapparci dal nulla” che vuole divorare l’anima per renderci nemici tra noi e in noi stessi. Il pane del cammino ci conduca così alla casa del “Sì” dove il Verbo si è fatto carne, perché la nostra carne, la nostra umanità, si possa di nuovo riempire di Dio.

Facciamo nostre le parole di un grande cercatore di Dio, sant’Agostino, che scrive:

Signore mio Dio, unica mia speranza, fa’ che stanco non smetta di cercarTi, ma cerchi il Tuo volto sempre con ardore. Dammi la forza di cercare, Tu che ti sei fatto incontrare, e mi hai dato la speranza di sempre più incontrarTi. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto, accoglimi al mio entrare; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di Te, che intenda Te, che ami Te.
Amen!