Discorso al 41° Pellegrinaggio Macerata-Loreto di S.E. Mons. Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie

 

 

Cari amici,

perché siamo qui? Siamo qui perché crediamo che Dio è buono e per questo possiamo affidarci a Lui, attraverso le mani della Vergine Maria in questo pellegrinaggio.

È il nostro ringraziamento, ma anche la nostra confidenza in Dio, che è buono, nei momenti di difficoltà. 

Sappiamo che possiamo andare noi stessi a Dio perché Lui è venuto a noi e perché Lui ha cura di noi e ci ha fatto vedere questo soprattutto con il dono del Suo Figlio, morto e risorto per noi, con il dono dello Spirito Santo (oggi è Pentecoste!). Sono tutti segni che Dio ci vuole bene.

E come ogni cosa bella noi non possiamo tenerla per noi stessi, ma siamo chiamati a condividerla e la Chiesa per secoli non ha fatto altro che condividere con tutti gli uomini questo annuncio della bontà di Dio, un annuncio che oggi porta noi qui con fede e con gratitudine.

Papa Francesco chiede che tutta la Chiesa sia missionaria, perché l’uomo di ogni luogo, da nord a sud, da est a ovest, ha bisogno di sentire questo annuncio: che Dio è buono con noi. È per questo che il Papa ha voluto il Mese Missionario straordinario nell’ottobre di quest’anno, un mese pensato perché tutti i cristiani possano scoprire di essere missionari, cioè possano condividere con i loro amici, i loro parenti, i loro vicini, possano condividere questa fede perché che Dio è buono.

Il tema del Mese Missionario è  “Battezzati e inviati. La Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. In quanto battezzato sei inviato per essere testimone della bontà di Dio.

Io sono qui oggi come Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, che sono una grande opera al servizio del Papa per sostenere la missione e le giovani chiese e sono qui anche a nome della Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli, per farvi conoscere questo Mese Missionario, ma per chiedervi anche di diventare voi tutti dei missionari

Papa Francesco dice spesso che la preghiera è la prima forma per essere missionari, per sostenere la missione. Siamo in un pellegrinaggio, mettete allora nel vostro bagaglio anche una preghiera per la missione, questa notte, una preghiera per i missionari, per i catechisti, per gli uomini e le donne che spendono la vita per annunciare il vangelo, e pregate perché possiate anche voi diventare missionari nel vostro ambiente di vita. A questo serve il Mese Missionario Straordianario di ottobre 2019.

Concludo con una parola di don Giussani, che nel 1960, durante un viaggio in Brasile, incontrò dei missionari e, dopo aver visto le loro enormi difficoltà, pensò: «"Ma guarda cos’è il cristianesimo! Quest'uomo [un missionario] che rischia la pelle per uno (uno!) che non aveva mai conosciuto e che magari non avrebbe mai più rivisto nella vita, per portargli una parola e per segnare un gesto di amicizia!". Insomma – scrive Giussani ripensando a quell'incontro –, io raccordo con quel momento, con quell'istante, la percezione vivida del fatto che il cristianesimo nasce proprio come amore all’uomo».

Siamo qui oggi per chiedere che non venga mai meno in noi per noi l’amore per l’uomo, per la sua salvezza, per la sua redenzione, per la sua liberazione, per il suo compimento nella comunione con Cristo. Vi ringrazio.

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