La lunga notte della fede Pellegrini in festa all’Helvia Recina prima della marcia

La religione - in nome della quale ancora oggi si combattono le guerre più terribili - quando da parola vuota figlia della secolarizzazione si trasforma in fede vissuta, allora diventa un ponte straordinario per l'integrazione tra le culture. E' questa la sensazione più profonda vissuta ieri sera allo stadio Helvia Recina, tra i sessantamila partecipanti al pellegrinaggio Macerata-Loreto.

«Cari fratelli». Inizia così, con due parole scandite nel silenzio della notte che avanza, due parole che colpiscono direttamente al cuore e alla coscienza, l'intervento del musulmano Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera. Figlio dell'Islam, ma anche infaticabile protagonista del processo, difficile e sanguinoso, il cui termine ultimo è il dialogo tra culture e fedi diverse. «Sono qui - dice Allam - per condividere i valori della vita, della pace, della libertà. La mia presenza è un appello a unire le culture cristiana e musulmana a partire da Maria, alla cui figura nel Corano è dedicato un intero capitolo». Il senso del messaggio è uno solo: oggi una nuova comunione tra di noi è possibile. «Terroristi - prosegue ancora il giornalista - sono quelli che uccidono nel nome dell'Islam. Ma non bisogna condannare solo i musulmani, perché sono vittime anche loro. E' necessario allora lavorare, insieme all'Occidente». Il sogno, infine: «Vedere in futuro al pellegrinaggio due religioni insieme, la cristiana e la musulmana, unite nel nome di Maria».

E' emozionato don Giancarlo Vecerrica, nella sua episcopale, lunga veste di vescovo di Matelica e Fabriano. Vescovo, ma soprattutto ideatore e anima sempre entusiasta del pellegrinaggio. Lo vedi dalle scarpe da tennis che ha piedi. «Ogni anno è come fosse una prima volta, le cose nuove sono sempre tante» afferma. «Stavolta il pellegrinaggio è diventato il segno di unità tra popoli, religioni, culture. Se ne parla tanto, qui è un fatto reale. Nella presenza di Magdi Allam, che dice "io musulmano pellegrino a Loreto", si riconosce la nostra proposta, che è grande. E allora, l'esperienza cristiana non va intesa solo come qualcosa di devozionale, bensì come qualcosa che coinvolge la totalità dell'esistenza». Docente di religione al liceo classico "G. Leopardi" di Macerata, don Giancarlo inventò il pellegrinaggio nel 1978 insieme agli studenti dell'ultimo anno, prima degli esami di maturità.

Un’iniziativa che vede la benedizione di Benedetto XVI, invitato ad una delle prossime edizioni, che ha assicurato la sua presenza spirituale. Un telegramma firmato a suo nome dal cardinale Angelo Sodano auspica che quanti prenderanno parte alla significativa esperienza di preghiera possano incontrare Cristo».

La notte appena trascorsa ha condotto i pellegrini a Loreto. Una lunga scia ha illuminato le tenebre, mescolando tra loro, in una comunità senza nome, cittadini e politici, sportivi e tifosi, e - piace pensarlo, perché di esperienza universale si tratta - cattolici e laici, per una volta senza steccati.