Macerata-Loreto, un fiume di pellegrini

Il motto è «Chi si ferma è perduto». A ricordarlo spesso e volentieri è don Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano e fondatore della manifestazione. C’è lui in testa alle decine di migliaia di fedeli che hanno preso parte al 28esimo pellegrinaggio Macerata-Loreto. Sono partiti alle 22.30 di sabato dall’Helvia Recina cantando e pregando. Hanno marciato, in una notte non certo calda e a tratti piovosa, e dopo otto ore di cammino sono arrivati al Santuario di Loreto con lo stesso entusiasmo iniziale. La pioggia ha reso più difficoltosa la marcia ma non ha rovinato la festa. Sulle note di «Camminerò, camminerò nella tua strada Signor...» e di altri canti, tanti giovani e meno giovani arrivati da tutta Europa hanno vissuto in allegria una nottata dal sapore magico. Lungo le strade tanta gente a guardare il popolo di camminatori. Uno striscione a Valle Cascia di Montecassiano recita «Non vi preoccupate, Maria cammina con voi», poi una croce illuminata a Sant’Egidio e l’eucarestia davanti la chiesa di Sambucheto. Tra i tanti interventi durante il tragitto quello del presidente della Provincia Giulio Silenzi: «L’anno scorso ho partecipato per la prima volta al pellegrinaggio e ho vissuto una nottata indimenticabile e per questo ho consigliato a tanta gente di vivere questa esperienza. Personalmente d’ora in poi cercherò di parteciparvi tutti gli anni. L’anno scorso di questi tempi eravamo in emergenza per la chiusura del ponte di Villa Potenza. Non sapevamo come fare, ma dopo il Pellegrinaggio sono arrivate le idee per risolvere il problema». In cammino verso Loreto c’è anche Savino Pezzotta e a San Firmano si aggrega don Oreste Benzi. Nella frazione di Recanati non possa inosservata a bordo strada un’altra croce illuminata con alcuni membri di una Confraterniata locale incappuciati e poi la gente del posto che distribuisce decine di migliaia di fiaccole ai fedeli. A questo punto un lunghissimo fiume di luce si avvia verso Chiarino, con i primi difficoltosi sali e scendi. Quindi gli spettacolari fuochi pirotecnici durati una mezzora abbondante entusiasmano i pellegrini e fanno brillare ancor di più la notte. Davanti al corteo 40 fedeli in carrozzina, con tre assistenti per ognuno e il prezioso aiuto dell’Unitalsi con il pullman-infermieria. A Chiarino vengono offerte merendine e a Costa Bianca il caffè. Qui ad attendere il corteo ci sono i sindaci di Loreto, Montecassiano, Montelupone, Recanati e Porto Recanati. All’ingresso di Loreto alcuni militari dell’Aeronautica si portano alla testa del pellegrinaggio reggendo la statua della Virgo Lauretana. Fino a quel momento a guidare i pellegrini era stata la Fiaccola della Pace, accesa mercoledì scorso in piazza San Pietro da Papa Benedetto XVI.

La Fiaccola era stata portata da una dozzina di tedofori da Roma a Macerata, dove era giunta sabato sera accolta davanti agli oltre 25mila dell’Helvia Recina dal cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, che — insieme a numerosi vescovi e sacerdoti delle Marche — ha celebrato la messa. In precedenza i pellegrini avevano ascoltato le testimonianze di Magdi Alla, vice direttore del Corriere della Sera, che ha lanciato un appello per la fratellanza tra popoli di diversa fede. Ricordando come il Corano dedichi un intero capitolo alla Madonna, Magdi Allam ha detto: «Facciamo del culto di Maria un momento unificante tra cattolici e musulmani». Tra i messaggi più significati il video di Ulderico Lambertucci che sta raggiungendo a piedi la tomba di Padre Matteo Ricci, in Cina, e quelli dal vivo del portiere dell’Ascoli Nando Coppola appena passato dall’Ascoli al Milan e del coach della Lube Fefè De Giorgi, accompagnato dai dirigenti Fabio Giulianelli, Stefano Recine e Simona Sileoni. Particolarmente toccanti le parole della madre di un carabiniere impegnato a Nassiriya e quello di Barbara Bordi, la madre di sei bambini, che qualche settimana fa ha perduto il marito, il missionario laico Andrea Pianesi, colpito dalla malaria in Camerun. La donna ha raccontato di come il marito Andrea, poche ore prima di morire, avesse scritto alla madre che comunque fossero andate le cose Dio sarebbe rimasto fedele. «E’ questa — ha concluso — l’eredità che ci ha lasciato a me e ai nostri bambini: Dio non si sbaglia, ed è un padre buono». Testimonianze che hanno dato corpo al tema del Pellegrinaggio di quest’anno: «Vagliate tutto e trattenete ciò che vale». Un fiume di decine di migliaia di persone è poi partito dall’Helvia Recina per arrivare — dopo otto ore di cammino — alla Santa Casa di Loreto.