AL 28° PELLEGRINAGGIO CONFERMATE TUTTE LE PRESENZE AUTOREVOLI

MACERATA – Partiti! Dallo stadio Helvia Recina, alla volta di Loreto si sono mossi in 25 mila. Un numero che senz’altro crescerà mano a mano che il Pellegrinaggio scenderà verso Villa Potenza. Il 28° Pellegrinaggio, proposto da Comunione e Liberazione, è iniziato con una serie di testimonianze, alle quali ha fatto seguito la messa celebrata da monsignor Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio consiglio per i laici, alla sua terza presenza a questo evento. Monsignor Rylko, citando Benedetto XVI, ha ricordato come <all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva>. Rylko ha parlato di laicismo e di secolarizzazione, <della presunzione del mondo di oggi che dice di non aver bisogno di Dio>. <Ma il cuore dell’uomo ha sete del Dio vero, come testimoniano le centinaia di migliaia di giovani che erano l’anno passato a Colonia e sabato scorso a Roma>. Infine l’augurio perché <questo cammino notturno faccia crescere e rinsaldi in ciascuno il senso profondo dell’appartenenza a Dio e al suo popolo che è la Chiesa>. Prima della messa, introdotte dall’inno alla Vergine del canto XXXIII del Paradiso, letto dall’attore Pedro Sarubbi (il Barabba di “The Passion” di Mel Gibson), due donne hanno dato corpo al tema del Pellegrinaggio di quest’anno: “Vagliate tutto e trattenete ciò che vale”. Barbara, 35 anni, vedova di Andrea Pianesi, il missionario laico del Cammino Neocatecumenale morto in Camerun il 26 aprile scorso, ha raccontato di come lei e i suoi 6 bambini siano oggi completamente nelle mani di Dio: <per andare in missione abbiamo lasciato tutto; noi non riceviamo uno stipendio dal Vaticano né dalla Diocesi, viviamo solo della Provvidenza che in questi 5 anni di missione ha sempre provveduto>. La signora Barbara ha raccontato come il marito Andrea, poche ore prima di morire, avesse scritto alla madre che comunque fossero andate le cose Dio sarebbe rimasto fedele. <E’ questa l’eredità che ha lasciato a me e ai nostri bambini: Dio non si sbaglia ed è un padre buono>. L’altra testimonianza al femminile è stata quella di Elena Ugolini, bolognese, 4 figli e <innamorata di mio marito mille volte di più di quando ci mettemmo insieme alla fine del liceo>, perché, dice, nella vita è possibile un crescendo di bellezza. È preside del Liceo classico “Malpighi” di Bologna, una scuola non statale. L’altro giorno, la mamma di 3 suoi studenti l’ha invitata d un incontro con uno psicologo esperto di problemi legati alla morte, che aiuta chi rimane ad assorbire il trauma della scomparsa dei propri cari. Dopo un attimo di esitazione, la sfida al cuore di quella sua mica: <La risposta adeguata al problema della morte è che Cristo è risorto e ci trascina dentro la sua resurrezione e che la morte è vinta davvero; diversamente è come dare un’aspirina ad un malato di tumore facendo finta di aver fatto qualcosa di utile>.

Hanno fatto poi seguito il saluto di Nando Coppola, portiere oggi del Milan (<che questa sia la notte in cui ricominciare a sentire la voce di Dio>) e della Lube Banca Marche, campione d’Italia di Volley. Il maratoneta maceratese Ulderico Lambertucci, che sta raggiungendo a piedi la tomba di padre Matteo Ricci, in Cina, ha mandato un video-messaggio che lo riprende al confine fra la Cina e il Kazakistan. La messa è stata preceduta dal canto “Signore delle cime” per fare memoria di tutti i caduti nelle missioni di pace. Presenti un gruppo di alpini.

Fra gli ospiti e le autorità presenti, il sindaco di Macerata, Meschini, quello di Civitanova Marinelli, il presidente della provincia Silenzi, i vescovi Menichelli di Ancona, Conti di Fermo e presidente della conferenza episcopale italiana, Danzi di Loreto, Coccia di Pesaro. Numerosi i deputati e i senatori della regione, insieme a diversi consiglieri regionali.

L’ospite più atteso è stato il vicedirettore del Corriere della sera, Magdi Allam. Incontrando i giornalisti, Allam ha detto che Occidente e Islam si trovano in un <pantano etico a causa della relativizzazione del valore della vita, che porta da noi a considerare “resistenti” terroristi che fanno strage di innocenti e nell’Islam a giudicare il massimo della spiritualità il suicidarsi e l’uccidere l’avversario>.  Da questo “pantano”, secondo Allam, si esce con una identità forte <che si riferisce alla proprie radici religiose ed è in grado di esprimersi pienamente e di accogliere l’altro>. Allam ha ricordato la comune venerazione di musulmani e cristiani per Maria, l’unica donna alla quale il Corano dedichi un intero capitolo. Una venerazione che, ha detto, deve essere un’occasione unificante e ha lanciato un appello perché <musulmani e cristiani facciano del culto di Maria un momento unificante della spiritualità e del Pellegrinaggio di Loreto un momento di condivisione della fratellanza religiosa tra tutte le persone di buona volontà>.

 In: http://www.giordanogiordani.com/CompArt/RadioErre/notizie/2006_06_10/1149974107.html