Tra la fede e l’astensione

Sergio Cusani e Maria Paola Merloni - In sessantamila verso Loreto, li accolgono i vescovi e Giuliano Ferrara

LORETO — Sono partiti cantando e pregando. Hanno marciato, in una notte calda e umida, alla luce delle fiaccole e dopo quasi otto ore di cammino, per coprire i circa 30 chilometri di distanza tra Macerata e Loreto, i sessantamila fedeli che hanno preso parte al 27esimo pellegrinaggio hanno concluso la marcia con lo stesso entusiasmo iniziale. Dando fondo alle ultime energie, sono giunti siamo qui — spiega un gruppo di ciellini di Ferrara e di Bologna — sta significare che siamo veri pellegrini. Gente che ha un cammino e un meta precisa».

Don Lorenzo Tenti, insegnante al liceo classico Rinaldini di Ancona, che ha concelebrato messa alla partenza con il cardinale Scola, era seminarista quando prese parte ai primi pellegrinaggi. Oggi guida gli studenti universitari e i ciellini dorici. «Papa Wojtyla e don Luigi Giussani, a cui è dedicato questo pellegrinaggio — dice don Lorenzo — mi hanno accompagnato nelle crescita come uomo e come sarcedote. Un’autentica proposta umana».

Il cammino di fede e di speranza, quest’anno, è stato più lungo di circa mezzo chilometro, per una deviazione all’uscita da Macerata dovuta al pericolo di crollo del ponte di Villa Potenza. La prima sosta a Chiarino, attorno alle 4, per il ristoro e la fiaccolata con fuochi d’artificio a San Firmano. Per mezz’ora il cielo, in direzione della basilica, ha illuminato la marcia dei pellegrini, come fosse trapunto da mille comete argentate.

Fra i fedeli in marcia anche i presidenti delle province di Ancona e di Macerata, Enzo Giancarli e Giulio Silenzi. Entrambi diessini. Entrambi alla loro prima fatica. «Questa forza positiva, questo entusiasmo di voi giovani — hanno detto i due presidenti — ci incoraggiano ad impegnarci ancor più nella nostra missione politica». In testa al gruppo Maria Paola Merloni, presidente di Confindustria Marche («Sono cattolica, praticante, questo è il momento in cui uno si ritrova con se stesso nella magia di una notte e in mezzo a tanta gente»), i cantanti Ron e Tosca, Sergio Cusani e il giornalista Renato Farina. Commovente la lettura del messaggio del colonnello Antonio Albanese, comandante del 6° Reparto operativo all’aeroporto Tallil in Iraq. Il colonnello, che l’anno scorso prese parte al cammino, ha affidato alle preghiere dei giovani il ricordo dell’equipaggio dell’elicottero schiantatosi pochi giorni fa.

Nel corso della lunga ed estenuante marcia diversi i malori da stanchezza e stress, ma la macchina dell’organizzazione dei soccorsi è stata precisa e puntuale nel portare aiuto laddove ce n’era bisogno. Lungo il tragitto gli abitanti di Sambucheto, San Firmano, Chiarino hanno spalancato le loro porte a chi aveva bisogno di un bagno, di un bicchier d’acqua, di una sedia per rinfrancarsi.

Hanno offerto acqua, the e caffè caldi, bioches e merendine.

Alle 7 il serpentone s’è arrampicato, cantando inni ritmati con le mani, nell’ultima dura salita del percorso, quella che conduce alla basilica. Ad accogliere i sindaci di tutti i comuni attraversati e l’avanguardia della fiumana di gente incolonnata dietro la statua della Madonna nera della Santa Casa di Nazareth c’erano il cardinale Scola, patriarca di Venezia, l’arcivescovo di Loreto monsignor Giovanni Danzi, che ha dato il benvenuto ai fedeli assieme ai vescovi di Macerata e San Benedetto del Tronto.

Ma la vera star sul sagrato antistante la basilica è stato Giuliano Ferrara. Il direttore del «Foglio», laico rispettoso della fede, all’alba ha raggiunto la città mariana stringendo mani e firmando autografi.