IN PELLEGRINAGGIO DALLA MADONNA

Ferrara l’astensionista in marcia a Loreto Con Pezzotta e Cl tra tifo e preghiere

MACERATA - E’ il popolo del non voto, questo? Rita, papaboys romana, si guarda intorno. Sorride: «Speriamo di sì, speriamo che sia la notte del non voto. Affidiamo il referendum alla Madonna, saprà lei cosa fare». E sia. Il popolo del non voto si mette in marcia alle undici della sera. Da Macerata a Loreto, organizza Cl come avviene di questi tempi da ventisette anni. Nella città mariana tanto cara a Wojtyla i primi faranno capolino all’alba, dopo 27 chilometri ritmati da canti, preghiere e battimani. Sono in sessantamila, 300 pullman, mai così tanti. Arrivano da mezza Italia, dalla Svizzera dalla Croazia. Quest’anno la marcia è dedicata a Giovanni Paolo II e a Don Giussani. «Era pronto un appello anche per Clementina Cantoni, fortunatamente non serve più», ricorda il sindaco di Macerata Meschini, della Margherita e «non votante». Il referendum sulla procreazione è davvero una concomitanza non ricercata. «Ma come si fa a non pensarci? Stanotte pregheremo anche per questo» rileva candidamente Federica, zainetto sulle spalle. E come si fa a non pensarci quando alle 20 arriva Giuliano Ferrara l’astensionista? «Sono qui - puntalizza il direttore del Foglio - per un invito gentile e per una curiosità, nel senso non mondano e giornalistico del termine. Una curiosità più profonda, umana e anche per una comune battaglia che abbiamo condotto con tanti cattolici e anche tanti laici in queste settimane per affermare una cultura della realtà e dunque della vita». Eccola la bandiera degli astensionisti che sventola dal corteo. Ed è laica. Ferrara non vuole sbilanciarsi in previsioni. «Non è il caso». Anzi, basta così. Forse si rende conto di aver detto anche troppo e sposta l’attenzione su Giovanni Paolo II e don Luigi Giussani, dei quali è stato chiamato a ricordarne la figura. «Due grandissimi uomini di fede - ricorda Ferrara - uno modesto prete visionario, che ha suscitato un grande movimento non soltanto di fede ma anche di cultura ispirata alla ragione e all' esperienza umana, e l'altro che ha regnato sullo spirito del mondo per 27 anni producendo in modo trascinante una grande ventata di fede e di cultura. Essendo io un non credente posso ben dire che la testimonianza di Giovanni Paolo II è risultata decisiva per l'umanità intera perchè era un papa che credeva nell' alleanza della fede con la ragione. Io sono un non credente. Ma posso dire che non si può vivere senza chiedersi di Dio. E’ questa la mia testimonianza». C’è anche Savino Pezzotta, il segretario della Cisl, tra i sessantamila: «Il referendum? Per carità, che c’entra? Io non voto ma è una posizione personale». Era annunciato anche Luca Volontè, capogruppo alla Camera dell’Udc. Non manca, è di casa, l’ex presidente di Confindustria Vittorio Merloni, che avverte: «Sono qui per ringraziare, non per chiedere. E io a votare ci vado. Due si, e due no». E’ di casa anche il viceministro all’Economia Mario Baldassarri: «Sapete che la inventammo noi studenti, questa marcia? Era il ’64, andammo a piedi da Macerata a Loreto per ringraziare del buon esito degli esami». Sì ma Fini ha detto che chi si astiene... «Io a votare non vado». E’ ormai il tramonto. Lo stadio Helvia Recina brulica di colori, di mani alzate di canti e di Ave Maria. La Messa. Omelia di Angelo Scola, patriarca di Venezia: «Eravamo precipitati nella figura del vagabondo comodo, ma la gente si ribella, vuole diventare un consapevole pellegrino, vuol sapere da dove viene e dove va, vuol conoscere il bello e il buono, il giusto e il vero della vita, il senso del nascere e del morire. Per questo si cammina, perchè il pellegrinaggio è la più straordinaria metafora, il segno più concreto della vita dell'uomo». Il serpentone muove verso Loreto. Ferrara andrà in auto, li accoglierà all’arrivo: «La mia mole non consente altro».