39° Pellegrinaggio Macerata-Loreto Testimonianze

Quel pudore ritrovato nell'usare la parola Amore

Saluto ai partecipanti del 39° Pellegrinaggio Macerata-Loreto di S.E. Mons. Nazzareno Marconi, Vescovo della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia 

Carissimi fratelli e sorelle giunti qui da ogni parte di Italia e d’Europa: benvenuti a Macerata, la città di Maria, la città di Padre Matteo Ricci.

Gentili Autorità civili e militari benvenuti e grazie per quanto fate per ognuno e per tutti.

Eminenze ed Eccellenze reverendissime vi accolgo con la gioia del fratello e dell’amico nella fede.

Eminenza Reverendissima Cardinal Farrell con gioia la nostra comunità ecclesiale La ringrazia per la Sua presenza perché è una presenza importante: famiglie, i giovani, laici e vita sono temi fondamentali che oggi più che mai dobbiamo tenere in considerazione. Grazie perché la Sua presenza ci testimonia la vicinanza del Santo Padre e ci incoraggi a fare meglio e di più.

Vorrei rivolgere infine un saluto del tutto particolare all’Arcivescovo mons. José Domingo Ulloa Mendieta e alla delegazione di Panama: il luogo che il Santo Padre ha scelto per la prossima Giornata Mondiale dei giovani. Benvenuti fratelli!

Un grazie del tutto sincero a voi tutti che vi siete adoperati in modo instancabile nel preparare bene questa nuova tappa del Pellegrinaggio. AI movimento di Comunione e Liberazione e ai volontari e, in modo del tutto speciale, al carissimo mons. Giancarlo Vecerrica! Grazie.

“Mi ami tu?” è la domanda che Gesù rivolge a Pietro, dopo che l’aveva rinnegato tre volte.

L’incontro tra Gesù e Pietro sulla riva del lago, dopo il rinnegamento e la resurrezione, è il contesto di quella domanda di Gesù, che guida il nostro pellegrinaggio.

Pietro siamo noi: rinnegatori pentiti, discepoli fragili, ormai ben coscienti che la perfezione non la raggiungeremo. È lontano il tempo in cui, contando sulle nostre forze, promettevamo al Signore: “darò la vita per te”. La nostra fede non è per gli eroi, ma per gli umiliati dai propri errori, che sono diventati umili. Mi commuove sempre Pietro, che davanti alla domanda di Gesù: “mi Ami tu?” risponde con una umiltà tutta nuova per lui: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”.

Nel mondo di oggi, che usa la parola “amore” con tanta disinvoltura da farne uno slogan per vendere lavatrici, questa reticenza di Pietro è preziosa. È l’umiltà di cui abbiamo bisogno per riconoscere che abbiamo dimenticato il valore profondo di parole come: Amore, Dono, Gratuità, Perdono, Padre, Madre e forse anche UOMO. Camminiamo stanotte con Gesù e con la Chiesa, alla ricerca umile del valore delle grandi parole che costruiscono la Civiltà del Vangelo. Domattina salutandoci ci diremo: “Gesù... fratello... sorella... ti voglio bene” e quel pudore ritrovato, nell’usare la parola Amore, sarà una bella scoperta ed una eredità del Pellegrinaggio da portare a casa.

Buon cammino.